Frattura dello scafoide
Lo scafoide è una delle cosiddette ossa del carpo che si trovano a livello del polso (foto 1). Di queste è l’osso che più frequentemente può andare incontro a una frattura. Quest’ultima si verifica solitamente dopo una caduta con appoggio sul palmo della mano e polso esteso.Foto 1
Sintomatologia: I sintomi possono includere dolore a livello del polso (in particolare in corrispondenza della cosiddetta tabacchiera anatomica, depressione cutanea che si trova alla base dorsale del pollice) ed in regione volare del polso, accompagnati a volte un rigonfiamento in stessa sede e limitazione funzionale. I sintomi si possono presentare in maniera importante o molto tenue portando in alcuni casi anche a un non riconoscimento della frattura.
Diagnosi: La diagnosi di una frattura dello scafoide non è agevole; non sempre è facilmente visualizzabile alle semplici radiografie in proiezione standard (in caso di sospetto eseguire le cosiddette radiografie in deviazione ulnare). In caso di radiografia apparentemente negativa (foto 2) ma presenza di sintomi che pongono un sospetto è fondamentale procedere con un’iniziale immobilizzazione, ripetere le radiografie a distanza di 7-10 giorni. In caso di ulteriore negatività radiografica, ma persistenza del sospetto si consiglia di eseguire una TAC (tomografia assiale computerizzata) (foto 3).
Trattamento: in caso di una frattura composta, senza spostamento dei frammenti ossei, è possibile immobilizzare il polso per 4, 6 settimane circa per ottenere la guarigione. In caso di fratture scomposte o in quelle situazioni in cui il paziente necessita un più rapido ritorno all’attività sportiva, lavorativa e funzionale può essere indicato e proposto un intervento chirurgico (oggigiorno grazie a tecniche mini invasive si possono posizionare in maniera percutanea delle viti che comprimendo i frammenti ossei permettono di fatto una mobilizzazione immediata).
Complicanze: un paragrafo a parte merita questo tipo di frattura per le peculiari complicanze alle quale può andare incontro, legate alla sua vascolarizzazione, all’importante presenza di superficie articolare e alla sua peculiare forma. La prima di queste in ordine cronologico è un ritardo di consolidazione che si verifica quando l'osso scafoide non guarisce dopo quattro mesi di trattamento con immobilizzazione. Se le tempistiche di non guarigione dell’osso si protraggono nel tempo si va incontro alla cosiddetta pseudoartrosi, condizione caratterizzata dalla formazione di tessuto fibroso tra i due capi ossei senza una formazione di callo osseo. Questa condizione può necessitare un intervento chirurgico con eventuali innesti di osso prelevati da altra sede.
Ulteriore complicanza alla quale può andare incontro una frattura dello scafoide (la cosiddetta necrosi avascolare) è legata alla scarsa vascolarizzazione dell’osso: un’interruzione di questa può portare una necrosi a carico del polo prossimale dello scafoide, quello più vicino al polso, ed una “morte” di questa parte. Questa condizione può essere visualizzata con delle radiografie di solito a distanza di alcuni mesi dall’evento traumatico iniziale. Il trattamento dipende dal coinvolgimento delle strutture circostanti e può portare a limitazioni permanenti.